UNA BELLEZZA PICCOLA PICCOLA - Circuito CLAPS

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UNA BELLEZZA PICCOLA PICCOLA

2024ven26gen20:30UNA BELLEZZA PICCOLA PICCOLATeatro Linguaggicreativi20:30 TAGTEATRO LINGUAGGICREATIVIPROVINCIAMILANOGENEREPROSA

DETTAGLI

Una donna ed un uomo, un’ artista e un suo vecchio amante, si ritrovano dopo vent’anni. La donna sta per lanciarsi nel vuoto. Deve compiere la sua ultima performance. L’uomo la guarda e non le crede.

Comincia così, in un luogo metafisico che può essere l’interno di un museo come la cima di un grattacielo, la nostra ricerca sullo stato attuale dell’arte, sul significato di essere artista, sul rapporto tra etica ed arte.
La scena, divisa in due, ci porta in due tempi diversi. La relazione tra i due vent’anni prima e quella di oggi.

Nel centro l’opera d’arte danza.
L’artista dello spettacolo cerca ogni volta il gesto estremo, non in senso provocatorio, ma piuttosto per mettersi alla prova in un soliloquio che la rende sempre più sola. Forma e sostanza non si fondono con il reale ma con l’io della performer. L’autocompiacimento non le permette di guardarsi e di guardare gli altri, la folla, e il gesto estremo verso cui dirige la sua ultima performance rimane il gesto di una persona che ha abbandonato la società da molto, troppo tempo.

Cosa significa essere artista? Quali soglie bisogna oltrepassare? Quali solitudini vivere.

Possiamo affermare con Roger Scruton – nel suo saggio “La Bellezza”- che l’opera d’arte non è da confondersi con la bellezza, che non è necessariamente bella, anzi, la sua bellezza non ha nulla a che fare con il bello. La bellezza è presente negli oggetti concreti, nelle idee astratte nelle opere della natura e anche nelle opere d’arte, nelle cose, negli animali, nelle persone, negli oggetti, nelle azioni; ci sono frasi belle, dimostrazioni belle come pure lumache belle, persino malattie belle e morti belle.

La bellezza è un’esperienza che ci sfida a trovare un senso nel suo oggetto. Il giudizio di bellezza da un ordine alle emozioni, ai desideri. Può esprimere il piacere e il gusto ma è un piacere che provo per ciò che gusto in base ai miei veri ideali. La bellezza è sovversiva! Non risponde ai criteri di buono e vero. La bellezza va oltre. Scava dentro la nostra esperienza. È lo specchio di un’emozione. Non è etica, non è buona, non è vera.

L’artista in questo senso non ha nulla a che spartire con l’etica, esiste si un’etica dell’arte ma non ha a che fare con l’artista quanto piuttosto con le sue opere, coi luoghi e materiali con cui lavora. Lo specchio che ci rimanda lo spettacolo è quello di un artista solo, che passa nella vita e nelle esperienze come il passeggero di un treno che osserva dal finestrino eppure in grado di modificare la realtà, di dialogarci, di rendere la sua azione reale pur essendo una menzogna.

testo e regia Paolo Trotti con Michele Costabile, Sara Fraschini, Diego Paul Galtieri, Simona Migliori e Marialice Tagliavini scene/video Paolo Trotti costumi Francesca Biffi produzione Teatro Linguaggicreativi

ORARIO

(Venerdì) 20:30

DOVE

Teatro Linguaggicreativi

Via Eugenio Villoresi, 26

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