La Signorina Giulia (1888) del grande drammaturgo svedese August Strindberg, ormai un classico, è considerato il capostipite del “naturalismo” europeo. Spigolosa e violenta, l’opera ha subito spesso in Italia troppe semplificazioni.
Nella versione di Lidi, uno dei giovani registi più interessanti del panorama italiano contemporaneo, i tre orfani, che abitano in uno spazio dove è impossibile non curvarsi al tempo, cercano di viversi, amarsi, ballare e perdersi per non sentire il rumore del silenzio.

​ di August Strindberg adattamento e regia Leonardo Lidi produzione Teatro Stabile dell’Umbria in collaborazione con Spoleto Festival Dei Due Mondi