IL ROGO DEI LIBRI

Nel 1933, appena salito al potere, Hitler cominciò una tremenda e radicale eliminazione dei propri avversari da lui definiti nemici della Germania.
I primi interventi del regime s’indirizzarono alla cultura del tempo sia in campo letterario che filosofico coinvolgendo anche musica, arte e scienza.
L’episodio più significativo di questa repressione fu sicuramente il rogo dei libri di quegli autori considerati anti-tedeschi, avvenuto nella Opernplatz di Berlino il 10 maggio del 1933.
Si trattava di scrittori di origine ebraica, pacifisti, marxisti, omosessuali ed anche autrici femministe, senza dimenticare romanzieri considerati degenerati per le loro opere di impronta psicologica. 
La rappresentazione parte proprio da quell’episodio non solo per narrarne le vicende, ma anche, e soprattutto, per recuperare l’importante rapporto tra cultura e libertà.
Su tale elemento si struttura lo spettacolo che passa dal dialogo fra personaggi alla narrazione al pubblico, da sequenze fisiche coreografiche al gioco fra gli attori, dal leggero al drammatico passando per il poetico, per trovare strade nuove e appassionanti per fare Memoria e per porre al centro il libro come strumento cardine dell’arricchimento culturale, fondamentale per evitare futuri imbarbarimenti, come sosteneva Angioletto Castiglioni, partigiano e deportato nel campo di sterminio di Flossenburg, che ripeteva spesso ai suoi giovani ascoltatori: “La cultura rende liberi”.

da un’idea di Ernesto Speroni regia di Fabrizio Bianchi con Sara Bozzetti, Vincenzo Politano, Gabriele Vollaro musiche originali di Simone Gaggioli commento musicale Gabriele Vollaro drammaturgia di Ernesto Speroni e Fabrizio Bianchi collaborazione drammaturgica Maria Chiara Vita collaborazione scenografica Sara Maffioletti